L'oncologo: «Interrogheremo i licheni per sapere come stiamo»

Si è trasferito da Milano per respirare aria buona. E oggi si trova nel mezzo di un comitato ambientale che dà la caccia a ciò che può far male all'uomo. Anche perché di tumori se ne intende Michele Reni (al centro nella foto), giovane oncologo che di giorno lavora al San Raffaele di Milano e di sera prende il treno per tornare nella “sua” Cittiglio. Reni è uno dei componenti del Comitato Ambiente Verbano che da qualche settimana si è costituito in paese e di cui fanno parte giuristi ambientali, come il presidente Leonardo Salvemini ed economisti con la passione per la musica, come Paolo Paliaga (a destra nella foto). Nel corso della serata di ieri tanti dei componenti del Comitato sono rimasti in disparte, ma a microfoni spenti si sono fermati a parlare col pubblico.

Cementificio, nasce un comitato di cittadini

Lunedì 4 aprile 2011 a Cittiglio è nato un comitato popolare per monitorare l’attività della cementeria Colacem sita nel comune di Caravate. A seguito della decisione dei comuni prossimi alla cementeria di autorizzare la combustione di 30.000 tonnellate di CDR, i cittadini hanno deciso di costituirsi in comitato, il “Comitato Ambiente Verbano”. Si tratta di un comitato, che per statuto è apartitico, comprende cittadini di differente provenienza socio-economica, non ha alcuna finalità elettorale ed è presieduto dall’avvocato Leonardo Salvemini, che tra l’altro è docente universitario di diritto ambientale. Lo scopo del comitato è di “monitorare la situazione di questo cambiamento, approfondire la tematica legata al fatto che da circa dieci anni si bruciano oli esausti, pneumatici e prodotti pericolosi, verificare le procedure che hanno portato al cambiamento della destinazione dell’area su richiesta della ditta Colacem, precedentemente definita 'area non idonea'; affiancare l’amministrazione pubblica nel ruolo di controllo e di monitoraggio delle varie fasi di questa transizione, presenziare con tecnici in contraddittorio ai processi di controllo, stimolando la ditta stessa ad ottenere le certificazioni iso del caso, verificando quali siano le ricadute positive per la cittadinanza dovute alle esternalità negative prodotte dalla Colacem”, recita un comunicato dove si illustra l'iniziativa.

Rifiuti al cementificio, cittadini e amministratori si interrogano

La questione dei rifiuti trattati come combustibile per il cementificio Colacem ha prodotto dibattito fra i residenti nella zona di Cittiglio, e non solo. In tanti si esprimono concordando con le richieste dei cittadini che vogliono raccogliere firme per chiedere al comune più trasparenza. Altri, nei commenti in calce all'articolo di Vaersenews, sono preoccupati per gli effetti che queste operazioni potrebbero produrre sulla salute dei cittadini, nonostante le rassicurazioni dell'azienda. Una situazione analoga, scrive un lettore in una lunga lettera arrivata alla redazione è quella avvenuta anni fa a Ternate, paese sull'asse viario della statale 629 a qualche chilometro da Cittiglio. “Dovremmo chiederci cosa sarà di questi complessi industriali quando le cave si esauriranno, ora che hanno potuto assaggiare il grosso business dei rifiuti”, afferma il lettore. L'attenzione, da parte di tutti i commentatori rimane al centro della questione, vale a dire l'ambiente.

“Il cementificio brucerà rifiuti e nessuno ci dice nulla”

Che succede se a finire nell’altoforno del cementificio ci va la spazzatura, sotto forma di “combustibile da rifiuti”, vedi CDR? Se lo chiede un gruppo di cittadini di Cittiglio, uno dei tre comuni dove sorge da decenni la grande struttura della Colacem, dopo la notizia circolata negli ultimi giorni ed emersa in un consiglio comunale di qualche mese fa in cui la minoranza chiese di fare chiarezza sul progetto di sostituire l'attuale combustibile, costituito da oli esausti, col CDR. Si tratta appunto del derivato dal trattamento dei rifiuti solidi urbani con un grande potere calorico che può venir usato dai forni che cuociono le pietre calcaree per fare cemento. Una pratica per la quale l’azienda ha già da tempo chiesto permessi e autorizzazioni. In un volantino fatto circolare in paese in questi giorni, e distribuito nei locali pubblici e nelle cassette delle lettere, i promotori della campagna pretendono dall’amministrazione comunale maggior trasparenza nella gestione di questa partita.

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